Intervista di Cislaghi su UNFOLDING ROMA
Andrea Cislaghi, classe 1971, è uno scultore che vive e opera a Boffalora Sopra Ticino (MI).
Durante il giorno lavora in una fabbrica che fornisce materiale industriale per motori elettrici. Nei semi-lavorati di ferro e cemento, che vengono scartati, l'artista ha trovato uno stimolo espressivo costante, con questi materiali realizza opere uniche.
I temi che tratta si sviluppano su diversi binari: la dinamica, il movimento meccanico e la quotidianità della vita di provincia.
Il nostro magazine ha il piacere di ospitarlo
Ciao Andrea, benvenuto su Unfolding Roma
Come è cominciata la tua avventura nel mondo della scultura?
Da piccolo giocavo sempre a due cose: calcio e lego. Per il calcio bastava un pallone e la maggior parte delle volte lo portava un mio amico, i lego invece erano miei. Ma non bastavano mai e aggiungevo sempre dei pezzi esterni. Ricordo anche delle costruzioni fatte con pasta secca e colla vinavil....
In che modo trasformi i pezzi di scarto di un'industria meccanica in opere d'arte? Quante fasi di lavoro richiede mediamente una tua opera?
Durante il mio lavoro mi capita di buttare parecchi pezzi non idonei, vuoi per il materiale, vuoi per le misure fuori tolleranza. Io individuo lo scarto e intuisco quello che può diventare, lo porto nel mio laboratorio a casa, lo saldo con altri pezzi, passo dell'antiruggine, la vernice e finisco col lucidare il pezzo con una vernice trasparente.
Hai spesso intitolato le tue sculture con nomi di stati d'animo quali: "Ansia", "Coerenza", "Euforia", "Vanità". Puoi spiegarci il perché di questa scelta
Motus Animi è il nome che ho dato a queste sculture. Rappresentano l'individuo e le sue emozioni più intime. Ho voluto rappresentarle, perché la tecnologia tende a modificare l'interpretazione delle emozioni e ci etichetta come tutti uguali sui social network, ci ingabbia in gruppi, ma non riusciamo più a parlarci, non ci guardiamo in faccia, non ci riconosciamo. Crediamo di sapere, ma non sappiamo nulla, non abbiamo fondamenti emotivi. Come possiamo capire come stiamo se non ci osserviamo, non ci tocchiamo? Ho voluto esaminare gli stati d'animo e risvegliarli nel profondo di chi guarda la scultura.
La tua opera più scura invece si chiama "Olocausto". Che cosa rappresenta? In che modo è legata al triste periodo storico di cui porta il nome?
L'opera "Olocausto" è un po' forte come impatto, una testa stritolata tra gli ingranaggi e sporca di fango, ma non trovavo un altro modo per ricordare quello che è successo nell'ultima guerra mondiale. Non è solo il fatto materiale che ho voluto rappresentare, ma la testa come ragione umana che viene violentata e stritolata da una forza oscura, dall'animo più malvagio e nascosto, che è esploso in tutta la sua violenza e che purtroppo continua a manifestarsi.
Qual è la scultura che senti più tua e perché?
Non saprei, sono tutte frutto di intuizione e del piacere di esprimersi senza parlare.
Un'opera che vorresti realizzare domani?
Mi piacerebbe realizzare una scultura enorme, magari al centro di una piazza o in un luogo dove possa essere valorizzata e apprezzata da molti.
Durante il giorno lavori come operaio in fabbrica. Qual è la condizione degli operai al giorno d'oggi?
L'operaio oggi vive in un quotidiano ricatto sociale " se vuoi è così...altrimenti cercati un altro posto", si, ma quale? Bisogna cercare di tenersi stretto un reddito sicuro, anche se sottopagato.
Hai avuto modo di vedere le prime puntate del programma "Operai" ideato da Gad Lerner? Quali sono le tue impressioni?
Gad Lerner ha fotografato la realtà del quotidiano: gli operai sono l'ultima ruota del carro e sono socialmente ricattati. Non possono fare molto per cambiare la situazione.
Due parole sul neoeletto presidente francese Emmanuel Macron. Che cosa pensi di lui?
Benedetto Croce diceva:" Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi politici o di fare eccezionali imprese, ma solamente di più gente onesta".
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Immagina di avere le lampada di Aladino e poter esprimere tre desideri, quali sarebbero?
Salute e tranquillità economica per me ed i miei cari e più giustizia sociale.
Puoi usare le pagine di Unfolding per mandare un messaggio a qualcuno. Che cosa vorresti dire e a chi?
Se potessi direi a chi di dovere di investire sui giovani, sul loro entusiasmo, sulla scuola e sulla cultura, esattamente il contrario di quello che si sta facendo ora.
Prossimi progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Vorrei continuare a progredire, sperimentare e perfezionare tecnica ed espressione. In questo momento sono particolarmente affascinato dal connubio legno e alluminio e sto producendo una serie di pannelli con questi materiali, con colori e resina. Molte di queste opere saranno visibili in una serie di mostre che ho programmato a partire da ottobre a Milano, sia in spazi espositivi classici sia in location meno convenzionali.
Adriana Fenzi